Nel Palazzo comunale, venerdì scorso, mentre le trombe dell’Aida risuonavano nel teatro Pirandello, un piano più sopra i tromboni del consiglio comunale sfiatavano. Giù il pubblico applaudiva la tragedia di Verdi, su andava in diretta TV la farsa. Sul palcoscenico cerimonie solenni e danze festose, nella grigia aula del consiglio impazza il carnevale. Ci sono tanti Arlecchini che sul problema dell’appalto alla Girgenti Acque non sanno che fare perché hanno indossato così tante casacche diversamente colorate che non ricordano più adesso se sono di centro o di destra, con Veltroni o con Di Pietro. E però sono sempre affamati, come Arlecchino, ma di potere e di poltrone. Stanno a guardare e cercano di capire chi è che adesso sta vincendo per saltare sul prossimo carro. C’è Pulcinella, che è stato sempre servitore di due o anche tre padroni, ma che adesso si scopre anticuffariano, antialfaniano, antitutto e strepita contro i governi di destra e di sinistra che hanno voluto la privatizzazione dell’acqua. C’è il dottor Balanzone, il Sapientone che sostiene di sapere tutto e per tale ragione difende i diritti della Girgenti Acque e dei cittadini, del Comune e dell’Ato e alla fine galleggia sempre, come certo materiale che presto ritroveremo nel mare di San Leone, visto che nessuna soluzione finora è stata presa per evitare il prossimo disastro estivo. C’è Gianduia che è nato ad opera di un burattinaio, ma ancora non ha ben capito chi è il pupo e chi il puparo, così non calca più la mano contro quello che qualche tempo fa considerava pupo se la prende piuttosto con gli “imbecilli” che sono contro il rigassificatore. Quel tale cioè (ricordate?) che si affrettò a firmare l’appalto alla Girgenti Acque, perché – diceva- che altrimenti la città avrebbe perso il finanziamento europeo per la costruzione della nuova rete fognaria, e bisognava fare in fretta e consegnare tutto a Giuffrida ( tanto era imminente quel finanziamento, che ancora aspettiamo il bando!). Oggi invece quell’ex pupo strepita contro quell’appalto, minaccia denunce alla magistratura e vuole la rescissione del contratto, ma solo a parole.
Mentre al teatro Pirandello Aida e Radames muoiono insieme per amore, in consiglio comunale vanno in scena eventi carnevaleschi. A morire sono le speranze degli agrigentini. In aula vengono portati non uno ma ben due documenti di protesta contro Girgenti Acque, il caro bollette, per indire un referendum popolare, per organizzare manifestazioni di protesta. Ma entrambi i testi vengono stracciati da polemiche infantili. Diventano coriandoli, come sono diventati carta straccia e coriandoli quelle nostre schede elettorali, dove avevamo eletto Tizio che faceva parte del partito Z e il sindaco Caio che era sostenuto dalla coalizione Beta e abbiamo poi scoperto che Tizio e Caio hanno venduto il nostro voto a quei politici e a quei partiti che noi avversiamo. “Chi vuol esser lieto sia, di doman non c’è certezza”. Ad Agrigento, grazie a questi politici, è carnevale tutto l’anno.
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