lunedì 2 giugno 2008

agrigento:viabilità nella valle: Dio ci salvi dalle utopie di Meli



Il silenzio del direttore generale dell'ente parco, Pietro Meli, intorno alla contestatissima questione della viabiltà all'interno del parco era stato notato da molti. La sua collega Camerata Scovazza era andata in consiglio comunale a discutere con gli amministratori e gli ordini professionali della viabilità e dell'intero piano del parco. Il direttore Meli non solo non aveva partecipato alla seduta aperta del consiglio comunale, ma non aveva diffuso nessun comunicato per precisare la sua posizione. Nel momento in cui si andava a votare il piano del parco e dinanzi alle contestazioni del sindaco di Agrigento e dell'intero consiglio comunale, che sulla viabilità ha la competenza, ci si sarebbe aspettato un intervento illuminato e illuminante del direttore generale dell'ente parco.Meli ha preferito parlare dopo e non comprendiamo perchè. Ha mandato nella fossa dei leoni la dottoressa Camerata Scovazza, mentre lui è rimasto fino a ieri nell'ombra. Ma sabato improvvisamente ha scelto l'esclusiva platea dei soci del Lyons Club per dire la sua.Ho partecipato all'incontro e quindi posso riportare testualmente la parte del suo intervento che riguarda la faccenda della viabilità nella Valle stralciata attualmente dal piano del parco. Meli ha detto:"In che cosa consisteva questa famigerata viabilità ? Intanto non era detto in nessuna parte del piano che la strada statale 118 e la panoramica che passa da Giunone si dovessero chiudere immediatamente al traffico. Non era detto da nessuna parte. Si diceva che con il tempo e una volta approvate le alternative valide, quelle strade si potessero trasformare in zone a traffico limitato. Quale grande sacrificio pensare che tra quindici venti anni, quando si fossero trovate le situazioni e realizzate le condizioni ottimali per andare da Agrigento a San Leone, si pensasse a ridurre il traffico in quelle strade! Quale grande sacrificio si chiedeva agli agrigentini ! Ma questo non è stato accettato. Il principio era che la circolazione extraurbana che proviene da Gela ed è diretta a Sciacca passasse a nord della città, come è previsto dal piano regolatore con il famoso anello omega. E' l’utopia di una valle dei templi liberata fra 50 anni, un secolo dal traffico. La mia idea non coincide dunque con quella della commissione dell'ente parco, ma sono rispettoso delle idee altrui".Sinceramente non capisco come possa dire ciò. Basta leggere l'articolo 41 sulla sistemazione della via sacra per capire che è chiara l'intenzione di chiudere la strada e di limitare sì il traffico ma ai soli mezzi dell'ente parco. Ma leggiamo l'articolo: "L'area del parco più nota, frequentata e più dotata sotto il profilo delle risorse archeologiche si trova oggi soggetta a gravi fattori di disturbo e di frammentazione soprattutto a causa della presenza della SS.118, che la interseca in direzione nord/sud, in uso sia al traffico turistico e urbano che a quello di collegamento fra la città di Agrigento e il villagio di San Leone...Il progetto non prevede un intervento radicale di dislocazione, ma propone una progressiva dismissione delle funzioni proprie della strada statale, con la sua riduzione a strada di servizio interno del Parco, con un taffico a regime limitato ai mezzi di servizio...Il progetto dispone la demolizione e trasporto a discarica di tutto il manto superficiale in bitume e di quota parte del sottofondo stradale, fino alla riduzione della sezione pedonale in terra battuta, con carreggiata non superiore a metri 4,00, eventualmente trattata in superficie con leganti ecologici di tipo porogeno autodratante. La strada ridotta a sentiero potrà naturalmente continuare ad essere percorsa dai mezzi di servizio del Parco". Come fa allora il direttore Meli a sostenere che nel piano non era previsto di chiudere questa parte della statale 118 ? E quando ha parlato di limitazione del traffico, si riferiva al fatto che il piano prevede che sia limitata al transito dei soli mezzi del parco ?
Adesso ecco come ha testualmente descritto, durante il dibattito, le alternative di cui parla Meli, l'ex consigliere comunale Giuseppe Licata:"I progettisti hanno previsto tre attraversamenti alternativi alla chiusura della statale 118 e della panoramica dei templi. Tre vie di attraversamento della città sarebbero queste:Primo attraversamento: venendo da ovest, le macchine dall’inizio del viadotto Morandi continuano per la strada provinciale uno, quella che va al cimitero di piano gatta,poi girano per la strada per raffadali, passano dal tunnel, per arrivavare a nord e poi scendono e arrivano alla statale 118. Seconda via d’accesso si percorre per intero il viadotto morandi, si arriva alla zona del campo sportivo (lo stadio doveva essere abbattuto e sostituito con una grande rotatoria)e quindi in via ugo la malfa, subito dopo si scende dalla panoramica dei templi e si arriva sino ad un sotto passo, presso casa san Filippo,cioè dentro un tunnel che inoltrandosi sottoterra ti porta alla mosella. Terzo percoso: dalla zona caos una strada parallela alla 640 ci permette di continuare verso san leone, appena arrivati nella zona dove c’è Annense si continua verso san leone, ci si inoltrava in via Gela, dove però occorre abbattere alcune case, si arrivava in via imperatore federico e si va verso il mare. Questa strada deve essere affiancata ad un sistema di metropolitane di superficie che i progettisti avevano chiamato archeotram". Ecco ben descritte quelle che in altri interventi dello stesso incontro sono state definite le "cervellotiche" alternative. Questa è l'utopia che piace al direttore Pietro Meli.

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