venerdì 23 maggio 2008
agrigento: sanatoria edilizia: roba da sanatorio
Lo scorso 16 ottobre il Sindaco Marco Zambuto, il presidente dell’Ordine degli Architetti Salvatore La Mendola, il presidente dell’ordine degli Ingegneri Vincenzo Di Rosa, il presidente del Collegio dei Geometri Vincenzo Bellavia hanno firmato un protocollo d’intesa per affidare ai professionisti del settore le pratiche per la sanatoria edilizia presentate dal 1985 ad oggi in virtù delle leggi di sanatoria del 1985, del 1994 e del 2003. Si tratta di dieci mila pratiche. Sembrava una cosa estremamente seria.Tutti in posa al momento della firma per essere immortalati da fotografi e cameramen. Quante pratiche pensate abbiano sino ad oggi esaminato questo esercito di profesionisti (dovevano essere ben 180) ai quali si promettevano 50 pratiche o poco più, non ancora esitate con provvedimento definitivo, con un compenso per ogni pratica di 150 euro (compresa Iva e cassa previdenziale)? Sino ad oggi neppure una. E non gli si può addebitare alcuna colpa. Accade infatti che il Comune per esaminare tali richieste di sanatoria si avvale di 15 tecnici, tutti lavoratori precari,impiegati presso l'ufficio urbanistica e pagati oltre che dalla Regione anche dal Comune con gli introiti derivanti dagli oneri per l'urbanizzazione. Lo scorso anno però lavoravano con un contratto a tempo determinato di 36 ore, mentre dal primo gennaio di quest’anno, per le difficoltà di bilancio del Comune, il loro monte ore settimanale è stato ridotto a 24. Con un orario così ridotto possono fare ben poco. “Per gran parte del tempo i nostri tecnici devono occuparsi delle numerose attività in cui l’ufficio di urbanistica è quotidianamente impegnato – spiega Nuccio Di Francesco, dirigente responsabile dell’ufficio comunale di urbanistica – mettere insieme tutta la documentazione necessaria da trasmettere al professionista esterno perché esamini le domande di sanatoria richiede molto tempo. Oltretutto è persino difficile trovare impiegati che possono dedicare il proprio tempo a fare le molte fotocopie dei numerosi atti da esaminare per ogni pratica. Il risultato è che sino ad oggi purtroppo sono molto poche le pratiche che sono state consegnate ai professionisti esterni e nessuna di queste è stata sinora esitata”. Ma c'è di più. Il protocollo firmato ad ottobre prevede che il professionista esterno, a lavoro ultimato, consegni al Comune la pratica esaminata su supporto digitale. A tale scopo deve poter utilizzare un software,( si tratta dell' Urbix della soc. JPSoft di catania) un bel programmino per computer, che il Comune gli avrebbe dovuto mettere a disposizione. Non ci credereste: da ottobre ad oggi il Comune non ha ancora acquistato questo programma. Pertanto anche quei professionisti ( a proposito da 180 sono diventati nel corso dei mesi quasi la metà, un centinaio) che hanno avuto un paio di pratiche da esaminare, non possono operare perchè il Comune non gli ha ancora fornito il programma per predisporre su supporto informatico tutti i dati e il loro inserimento nel data base del Comune. Grazie a queste pratiche di sanatoria il Comune potrebbe incassare ogni anno molti milioni di euro. Logica vorrebbe che un Comune in difficoltà economiche dovrebbe fare di tutto per poter mettere in bilancio queste generose entrate. Infine, il Sindaco Zambuto si è reso conto che deve riportare a 36 ore settimanali il contratto di lavoro dei precari dell'ufficio urbanistica e col prossimo bilancio farà marcia indietro e provvederà ad riportarli tutti a 36 ore poiche si tratta di professionisti che operano in un settore strategico e devono essere messi nelle migliori condizioni per fare bene.
agrigento
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1 commento:
Avevo scritto una lettera al presidente del mio Ordine in quella occasione, che poi fu ripresa dai quotidiani e dalle televisioni.
Esprimevo la mia forte critica alla stipula di quella convenzione, che prevedeva condizioni capestro per i professionisti ed aveva insita l'impossibilità di portare a compimento il lavoro. Peraltro proponevo anche delle soluzioni più "ragionate".
Ovviamente non fu presa in considerazione, se non da qualche sparuto consigliere della minoranza (o maggioranza, a quei tempi, che poi era sempre minoranza, ma questi sono altri discorsi).
Il concetto è semplice: ad Agrigento, una città con meno di 60.000 abitanti, negli anni sono state presentate circa 14.000 pratiche di condono edilizio. Per capirci, 2/3 degli agrigentini vivono in case più o meno abusive. Il problema, prima che tecnico, è sociale.
Nel 1985, poi nel 1994 e infine nel 2003 (a cura dei governi Craxi, Berlusconi e Berlusconi) furono varate le sanatorie edilizie. Se tanto mi dà tanto, la prossima sarà nel 2012.
Ad Agrigento (come in tutta la Sicilia), verso la fine degli anni 80, vennero assunte un bel pò di persone al Comune, ma anche in altri enti (Genio Civile, Soprintendenza, ecc.) proprio per smaltire l'enorme mole di pratiche. Tali impiegati, che oggi sono alle soglie della pensione o magari sono divenuti dirigenti, hanno fatto tutto tranne che istruire quelle pratiche: non tutti per la classica arabeggiante "lagnusia" derivante dal posto fisso, ma anche perchè sono stati destinati ad altri incarichi, non hanno avuto gli strumenti, e tanti altri motivi che per brevità non cito.
Purtroppo, il mancato espletamento di quelle pratiche, non ci consente oggi di dire se quelle case sono state costruite bene (mancano i certificati di idoneità statica, nella maggior parte dei casi), se sono troppo invasive per il paesaggio (mancano i Nulla Osta della Soprintendenza), e se possiedono tante altre caratteristiche, non ultime quelle igienico sanitarie (parere dell'A.U.S.L.) che sono, oltre che auspicabili, obbligatorie per qualsiasi edificio.
Ma c'è di più. Il mancato pagamento di parte dell'oblazione o del totale degli oneri di urbanizzazione, ha fatto in modo che gli abusivi (includendo in questo termine sia i palazzinari abusivi, sia gli abusivi di necessità, sia gli abusivi marginali...) non solo procedessero arbitrariamente a fare le case dove volevano, alterando quindi l'intero paesaggio urbano rispetto alle previsioni di un PRG probabilmente fatto male (ma vigente), ma che costringessero il Comune a fare le opere di urbanizzazione (che per intenderci sono le strade, l'illuminazione, le fogne, le scuole e il resto) non dove erano previste, bensì dove c'erano le case abusive. Spendendo molti più soldi del previsto. E facendo per prime le strade o l'illuminazione degli abusivi più "potenti". Questa è storia.
Oggi quella dolorosa ferita potrebbe essere chiusa, anche se non facilmente. E non certo con quella convenzione - burla, che prevedeva l'istruttoria di 9.000 pratiche entro il 31.12.2007. Oggi è il 23 maggio 2008, e le pratiche non solo non sono state istruite, ma i dirigenti ci dicono che non sono nemmeno state assegnate, che non sono uscite dagli uffici. Cosa peraltro ampiamente prevedibile, che mi ero premurato di sottolineare nella mia lettera di ottobre.
Volendo guardare avanti, bisogna vedere se c'è la reale intenzione di chiudere questa ferita aperta, di contrastare con tutte le forze possibili l'abusivismo edilizio che tanto male ha fatto a questa città, di avere maggiori capacità di pianificare, non solo in campo urbanistico.
1) Bisogna volerlo.
2) Bisogna saperlo fare.
Ad oggi non c'è traccia nè dell'uno, nè dell'altro.
Caro Elio... se nei tuoi poderosi archivi trovi traccia della mia lettera la metti qui sul sito? (non me la ritrovo più...)
Peppe Riccobene
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