martedì 6 maggio 2008

agrigento: il bilancio del comune: oneri attivi, ma risultati cattivi


in questo post potete leggere una sintesi dell’intervento del consigliere comunale Pietro Marchetta al consiglio comunale nel corso del dibattito sull’approvazione del rendiconto finanziario dell’anno 2006(la foto è di quella seduta). Il testo completo lo trovate sul sito del Comune (verbale di seduta del consiglio del 13 novembre del 2007). E’ illuminante per capire perché il Comune in cassa ha ben poco.
Da tre anni nei rendiconti finanziari del comune vengono indicate entrate che vanno diventando sempre più inesigibili. Li chiamano residui attivi di cassa. Tutte entrate derivanti ad esempio da tasse varie che i cittadini dovrebbero versare e che non sono ancora cadute in prescrizione e pertanto possono essere riportate nei bilanci. Ci sono per esempio utenti che da tre anni dovrebbero pagare oneri di urbanizzazione, ma ritardano notevolmente nei pagamenti. Così ad esempio in entrata viene previsto nel rendiconto un gettito derivante da tali oneri per un importo complessivo di 5 milioni e mezzo da incassare entro il 31 dicembre del 2007, invece ne arrivano solo un milione e 800 mila. . Nel 2005 erano previsti da proventi per acquedotto comunale entrate per 705.000 euro. Se andiamo a vedere quanto il Comune ha incassato nel 2006, ne abbiamo incassati 60.000. La voce poi viene riproposta nel rendiconto finanziario successivo come onere attivo, cioè somme da incassare. C’ è una voce poi in bilancio che dal 2004 parla di trasferimenti in conto capitale della Regione di 179.000 euro. Soldi non ancora arrivati e sempre riportati nel bilancio. Alla fine questi residui attivi si rivelano in gran parte solo virtuali. Così grazie a tutto ciò il Comune ha la possibilità di fare un rendiconto finanziario perché mette ogni anno in bilancio somme che si presume arriveranno in cassa. ma poi invece non tutti gli utenti pagano e persino la Regione tarda a versare quanto stabilito. La stessa cosa accade adesso per quanto riguarda il credito che il Comune ha con l’Ato, che ammonta a 11 milioni e quello con il Ministero di Grazia e giustizia di tre milioni. Pertanto con questi ultimi oneri attivi da esigere e gli altri si possono scrivere nei rendiconti, dove dichiari che prsumi per l’anno finanziario in questione di ottenere 15 milioni. In realtà poi in cassa quei soldi non arrivano, se non in piccola parte. Ecco perché alla fine il Comune rimane senza liquidità reale di cassa. Ma l'anno successivo potrà di nuovo fare il suo bel bilancio e il suo rendiconto, riproponendo la stessa favola. Oltretutto bisognerebbe capire come coloro che attestano la non prescrizione degli oneri, pensano di poter recuperare in tempo utile tali somme. Andando avanti nel tempo aumentano i rischi di inesigibilità del credito, perché ci sono ditte che falliscono, persone che muoiono, senza eredi, ci sono diversi casi per i quali il credito diventa inesigibile.
Occorrerebbe allora una attività di monitoraggio immediato di questi residui attivi. Ma i nostri consiglieri comunali e altri responsabili della vicenda approvano simili rendiconti promettendo di vigilare e monitorare, ma poi non fanno nulla di tutto questo. I consiglieri comunali poi in fretta e furia approvano il rendiconto finanziario negli ultimi giorni utili, prima che arrivi il commissario regionale ad acta, esautori il consiglio, metta mano alle carte e veda quello che c’è dentro. Alla fine sono tutti felici perché hanno fatto quadrare i conti, ma in cassa no c’è un solo euro reale.

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