giovedì 8 maggio 2008

agrigento: Arnone e Vivacqua:come i due polli di Renzo. Una proposta di claudia casa


Claudia Casa, esponente ambientalista, ha chiesto oggi ai leaders del Pd agrigentino di fumare insieme il Calumet della pace, deporre l'ascia di guerra e presentare alle prossime elezioni alla presidenza della Provincia due candidati: Giuseppe Arnone e Giandomenico Vivacqua. I leaders del Pd devono essere proprio fumati per accettare una simile proposta.Invece Claudia Casa è convinta che "Vivacqua potrebbe aggregare l’elettorato tradizionale che ampiamente si riconosce nel lavoro svolto ad Agrigento e provincia dal gruppo dirigente storico dei Ds, peraltro in perfetta coerenza con gli esponenti che ne hanno sottoscritto la candidatura (tra questi, l’on. Capodicasa, il sen. Gambino, l’ex segretario provinciale Maurizio Masone); Peppe Arnone, invece, potrebbe pescare a piene mani, come testimonia anche l’esito del sondaggio della Ipsos, in vastissimi settori dell’opinione pubblica che alle ultime elezioni politiche hanno votato anche massicciamente per Berlusconi e per il Centrodestra". Solo ieri Arnone diceva che Vivacqua è poco conosciuto e ben poco ha fatto registrare politicamente significativo in questi anni. Oggi è diventato un trascinatore dell'elettorato tradizionale. Secondo Claudia Casa questa doppia candidatura si configurerà come una sorta di Primaria nel Pd agrigentino. Scrive infatti:"Senza fare tanti giri di parole: potremmo di fatto utilizzare quali Primarie il primo turno delle Elezioni ufficiali del 15 giugno e proporre agli elettori entrambi i candidati, Giandomenico Vivacqua e Giuseppe Arnone".Quando Arnone ha saputo della candidatura di Vivacqua ha immediatamente cominciato ad esprimere i suoi giudizi sull'avversario. Immaginate adesso una campagna elettorale caratterizzata da due del Pd che si scornano vicendevolmente, perchè, oltre che battere l'avversario del centro-destra, avranno in più il problema catturare il consenso del Pd, che già oggi è in provincia ai minimi termini. Chissà quanti complimenti si faranno ! Già Arnone in Tv ci ha dato un saggio di una simile campagna elettorale. La proposta di Casa è un vero suicidio per il Pd e non può che rallegrare i candidati del centro-destra. Arnone e Vivacqua finirebbero come i polli di Renzo, di manzoniana memoria, che si beccavano tutto il tempo, mentre insieme andavano a morire. Lo scenario che si presenterebbe potrebbe essere infatti molto diverso da quello che immagina Claudia Casa: la sinistra divisa favorirebbe un ballottaggio tra due candidati del centro-destra. Poichè Claudia Casa non avanzerebbe in nessun caso una simile proposta, senza il consenso di Peppe Arnone, c'è da pensare che pur di presentarsi in ogni caso come candidato del Pd, Arnone è persino disposto a sacrificare il suo partito. Tanto dopo i Verdi, il Pci, Rifondazione Comunista e la Margherita, qualcos'altro troverà in giro.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Divide et impera, è una locuzione latina che significa dividi e domina.
Ma forse non si sono accorti che non è rimasto più nulla da dividere, che quanto era rimasto, si è ormai polverizzato.
Ma se tanto impegno "ambientalista" fosse dedicato alle mille problematiche che attanagliano il nostro territorio, anzichè alle guerre politiche, non si renderebbe un servigio lodevole alla città?
Il percorso intrapreso da Claudia Casa, è molto simile a quello di altri ambientalisti.
Associazione, battaglie ambientali, politica.
Forse, la "stoffa" è un pò diversa.
Questi progetti da grande "stratega" politica, le permetteranno di raccogliere lo scettro?
Staremo a vedere...

Anonimo ha detto...

A me pare che a grandi strateghi vi atteggiate voi. Alle comunali il centrosinistra si è presentato sminuzzato e ha sconfitto il centrodestra (prima che il loro candidato cangiabannera sconfiggesse loro).
Quanto a Vivacqua grande trascinatore è evidente che i meriti non sarebbero suoi ma di chi l'appoggia.
Il PD agrigentino, a prescindere dalla vittoria/sconfitta di giugno, ha bisogno di affermare una leadership e per far questo c'è bisogno dello scontro frontale.
Se la sinistra agrigentina è così a pezzi è "merito" del gruppo dirigente DS che dopo aver nuociuto alla Quercia continua a far danni nel nuovo partito.