venerdì 27 aprile 2012

LA MASSONERIA AD AGRIGENTO NELL'OTTOCENTO

Apprendisti, architetti, sublimi cavalieri eletti, grandi maestri architetti furono di casa a Girgenti, anche prima dell'arrivo dei Garibaldini. La Massoneria, infatti, trovò facile terreno per molti decenni nella città dei Templi, nonostante questa fosse considerata la più clericale tra le città della Sicilia. Notizie storiche abbastanza precise sull'origine delle logge massoniche a Girgenti ci fanno ritenere che fu Alfonso Martinez,. da Canicattì, a fondare la più famosa società segreta della nostra città. Essa ebbe sede dentro il palazzo Montaperto, nella casa del Dott. Antonino Bonadonna, console sardo e dei Paesi Bassi. La loggia prese il nome di Aurora. Tra i primi soci troviamo i signori Michele Formica e Antonino De Crescenzo. Poco tempo dopo, un massone ben più famoso, Pantaleo, di Trapani, trovò ospitalità in casa di una famiglia di Agrigento, Mendola, e si diede un gran da fare per avvicinare i giovani agrigentini che avevano forti simpatie liberali e avviarli alla massoneria. Strinse amicizia con Raimondo Fasulo, AIfonso Celi, Francesco Ingrao, Emanuele Cardolano, Nino Veneziano, Calogero Pancucci , Calogero Diana, Giovanni Damiani e Lo Presti. Costoro diedero vita a una loggia denominata "Nuova Marianna". Quattro anni dopo la massoneria aveva fatto a Girgenti così numerosi proseliti che era in grado di aprire un'altra sede. La nuova società affiliata prese il nome di "Vita Nuova". I nuovi fratelli si incontravano in una abitazione in salita Vassallo. Della "Vita Nuova" facevano parte tra gli altri Antonino De Crescenzo, Michele Formica, Carmelo Lo Presti, Francesco Ingrao. Si caratterizzava per un intensa attività politica. Ma quest'ultima loggia molto presto si sciolse e venne sostituita dalla società segreta massonica "Il Monte Sacro" . Redassero lo statuto della nuova loggia gli agrigentini Francesco Ingrao e Michele Castiglione. Nel 1866 apparve a Girgenti il periodico "Il Rompicollo" e fu chiaro a tutti che si trattava di un giornale di ispirazione massonica . Esso sosteneva la costituzione di una Repubblica sociale ed esprimeva un forte anticlericalismo. Dopo la chiusura del “Rompicolìo" venne stampato e diffuso dai massoni agrigentini il foglio “ll Progresso Effettivo" . Queste notizie sui primi anni di vita della massoneria ad Agrigento le abbiamo rintracciate sfogliando i documenti della Prefettura di Agrigento di quegli anni, che è possibile consultare all'Archivio di stato di Agrigento. Molti funzionari di Prefettura e di Polizia fecero infatti accurate indagini anche a Girgenti per conoscere la reale consistenza della logge, i programmi, le personalità che . vi aderivano. Un documento del 1868 ci descrive dettagliatamente le attività della loggia agrigentina chiamata "La Mariannina". Il funzionario che ha redatto la nota sostiene che: se questa loggia "riuscisse nei suoi intenti, potrebbe col tempo divenire pericolosa" . Le logge agrigentine dipendevano soprattutto dal Gran D'Oriente di Palermo , ma qualche massone faceva riferimento alla Casa Madre di Firenze, come Rocco Ricci Gramitto , lo zio di Pirandello. Uno dei più famosi capi massoni agrigentini del primo periodo, fu il medico Cognata, insieme al dottore fisico Sajeva, che dirigeva la loggia "Vita Nuova" . Con spirito polemico ed aggressivo la massoneria entrò nell'agone politico di Girgenti condizionando pesantemente l'attività amministrativa. ll lungo successo elettorale venne intaccato solo alla fine del secolo scorso, quando cattolici e socialisti parteciparono più attivamente alla vita politica. Da allora lo scontro tra la Chiesa agrigentina e la massoneria è stato una costante, almeno fino all'evento del fascismo.

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