domenica 18 dicembre 2011

AGRIGENTO. NON CI FACCIAMO MANCARE NIENTE: MALA AMMINISTRAZIONE, MALA POLITICA, MALAFFARE

Il malaffare all’ombra dei templi. Inchieste su inchieste, misure cautelari e sequestri mettono a nudo ad Agrigento un sistema che continua a incancrenire l’unica attività che da sempre nella città dell’abusivismo non conosce crisi: l’edilizia. Nella capitale siciliana dei palazzinari, colpevoli della frana devastante del luglio del 1966, un’inchiesta della Procura ha accertato - dopo una lunga e complessa attività d’indagine - numerosi fatti di corruzione: nell’ufficio tecnico i funzionari comunali, secondo la Digos, hanno ricevuto in più occasioni mazzette di denaro, consegnate a piene mani da vari professionisti ed imprenditori edili, costretti a pagare per ottenere le necessarie autorizzazioni. Dazione di denaro in cambio anche di atti illegittimi, secondo accertamenti fatti pure con le videocamere piazzate dentro le stanze del Comune. Se pagavi, ottenevi prontamente certificati che altri avrebbero avuto solo dopo tanti e tanti mesi. “Chi pagava aveva la strada spianata e gli venivano rilasciate concessioni anche illegittime, chi non voleva pagare si vedeva frapposti mille ostacoli burocratici”, così il procuratore Renato Di Natale ha sintetizzato la vicenda. “ La mala amministrazione è un altro cancro e lo è insieme alla mafia. Se lo Stato mostrasse il suo volto migliore, quello pulito ed imparziale, riuscirebbe ad infondere sicurezza. Il cittadino riuscirebbe a preferirlo. Bisogna combattere la mafia e far uscire fuori dai palazzi la mala amministrazione”, dicono i magistrati in un’altra dichiarazione. In manette il funzionario dell’ufficio tecnico comunale Luigi Zicari, l’uomo chiave di un’operazione che la Digos di Agrigento ha denominato “Self- Service”. Con lui si trovano in carcere altri undici soggetti coinvolti nell’inchiesta. Il capo dell’ufficio tecnico, Sebastiano Di Francesco, dopo un lungo interrogatorio è stato sospeso dal servizio. Sui rapporti tra pubblica amministrazione e mondo dell’edilizia privata, adesso la procura ha voluto vederci chiaro: sollevato una pietra, ha trovato un verminaio. Dalle indagini è emerso anche che si è fatto un uso abbastanza allegro dei telefoni negli uffici comunali. Atti di peculato in cui sarebbero coinvolti persino alcuni consiglieri comunali. Vi sarebbero poi controlli antiabusivismo ritardati da parte di vigili urbani compiacenti che concedevano al proprietario del cantiere tutto il tempo necessario per correre ai ripari prima dell’intervento della polizia urbana, occultando le irregolarità. C’è poi l’accusa di uno degli imprenditori coinvolti nell’indagine circa le forti pressioni dei politici locali per indurlo ad assumere personale in cambio di promesse elettorali. Ed anche il re dell’eolico, l’imprenditore, Salvatore Moncada, ha dichiarato alla magistratura di avere provveduto all’assunzione di un agrigentino per soddisfare la richiesta di un consigliere comunale, nominato di recente dal Sindaco assessore al patrimonio. I verbali dell’interrogatorio da parte della Digos sono stati pubblicati dal settimanale locale Grandangolo. Una notizia mai smentita dallo stesso imprenditore. Un annus horribilis per il Comune di Agrigento quello che si va a concludere. Nei giorni scorsi sono iniziate anche le udienze a seguito del rinvio a giudizio dell’ex presidente del consiglio comunale, Carmelo Callari, uomo politico da sempre vicino ad Angelino Alfano, accusato di chiedere illecitamente rimborsi spacciando per missioni viaggi compiuti a fini del tutto personali. Anche in questo caso coinvolti funzionari comunali che secondo i magistrati arrivavano ad alterare le ricevute dei ristoratori per favorire il consigliere rinviato a giudizio. Lo scorso giugno davanti al giudice per le udienze preliminari Luca D’Addario, si sono presentate le undici persone coinvolte nell’inchiesta denominata Tetris, relativa a presunte irregolarità nell’affidamento di appalti inerenti al settore della Solidarietà sociale del Comune di Agrigento. Un affare da oltre 400 mila euro. I reati contestati a vario titolo sono quelli di turbativa d’asta, abuso in atti d’ufficio e falso. Alla sbarra dirigenti e insospettabili soggetti della cooperazione locale. Il Comune si è costituito in questo caso parte civile. Fra alcuni giorni il Sindaco di Agrigento, Marco Zambuto, riferirà in consiglio comunale. Ad Agrigento intanto siamo in campagna elettorale. Nella prossima primavera si voterà per scegliere consiglieri comunali e Sindaco. Tra i candidati ci sarà anche il contestatissimo Marco Zambuto. Lasciato l’incarico di segreario provinciale dell’Udc è stato eletto nel 2007 con una coalizione del centro-sinistra, ma è passato solo sei mesi dopo con il Pdl e di recente è tornato a dirigere in provincia l’Udc. Una storia di pendolarismo politico che lo ha costretto a cambiare più volte assessori per accontentare i partiti che nelle varie fasi lo hanno sostenuto. Mala amministrazione, mala politica, malaffare: tre capitoli della storia agrigentina che indignano e scoraggiano tanti che ripetendo un antico detto esclamano “munnu ha statu e munnu è”: il mondo è stato sempre così e così sempre sarà. E la rassegnazione spinge tanti giovani di questa terra a fuggire in cerca di qualcosa di meglio. Elio Di Bella

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