martedì 16 settembre 2008

agrigento:ospedale: lillo miccichè:un crimine contro la popolazione

abbiamo ricevuto e volentieri pubblichiamo

Comunicato Stampa

Da Lillo Miccichè: Vogliono chiudere il reparto di terapia Intensiva dell’Ospedale di Agrigento. Un crimine contro la popolazione agrigentina.

Stiamo ormai vivendo una stagione che non vede le cattive notizie alternarsi, come accadeva una volta, con quelle buone, e la cosa grave, purtroppo, è che a ciò stiamo facendo il callo, almeno a me questo sembra.
Però, quando le brutte notizie riguardano lo smantellamento dello stato sociale, in primis la negazione del diritto alla Salute, quella con la S maiuscola, ogni cittadino che vive in un paese cosiddetto democratico (o quel poco che ci rimane di democratico), ha il diritto/dovere di reagire e di contestare contro chi dalla mattina alla sera, pur sapendo quale tragedia umana scaturisce dal taglio dei fondi alla sanità (considerato che chi ne piangerebbe le conseguenze più gravi in termini di salute e di vita sarebbe sempre il cittadino a basso reddito), parla nascondendosi dietro le belle parole sulla sanità d’eccellenza o sulla politica contro gli sprechi.
Oggi la brutta notizia ruota attorno all’insistente voce che vuole la chiusura del reparto di Terapia intensiva dell’Ospedale civile di Agrigento, dico: il REPARTO DI TERAPIA INTENSIVA! Ma ve lo immaginate voi un ospedale di un capoluogo di Provincia senza il reparto di terapia intensiva! E mi chiedo: chi propone la chiusura di un tale servizio ha un minimo senso di responsabilità umana, civile, amministrativa, politica e se fosse un suo parente a dover avere bisogno della rianimazione senza poter disporre del tempo necessario per poter spostare l’ammalato in altra sede?
Responsabilità umana significa salvare tante vite di uomini, di donne di ragazzi che affidati istantaneamente alle cure dei sanitari del reparto questi riescono spesso a strapparli alla morte; se non ci fosse questo fondamentale reparto di rianimazione e di intervento intensivo, neanche la metà dei pazienti che attualmente vengono lì curati, se trasportati come una pacco postale altrove, resterebbero in vita.
Si potrebbe obiettare che con l’elisoccorso del 118 i pazienti che necessitano della rianimazione possono raggiungere in pochi minuti altri centri, ma si sa benissimo che l’elisoccorso non può essere considerato come una sorta di autobus che fa la spola tra i vari ospedali (ammesso che si trovino posti liberi), sappiamo benissimo che l’elisoccorso deve essere utilizzato nei casi d’urgenza, nei casi a codice rosso direi, altrimenti si dovrebbero avere a disposizione più elisoccorsi pronti a trasportare pazienti gravi.
Attualmente l’elisoccorso lo si richiede quando necessitano cure che il nostro Ospedale non può garantire per mancanza di macchinari tecnicamente più sofisticati, con la chiusura invece, con gravi responsabilità, si elimina quella prestazione d’intervento salva vita per tanti malati che si vuole trasportarli, con ambulanze ed elisoccorso altrove, creando ulteriori disagi per i malati, per i parenti, e per l’organizzazione ospedaliera. A questo punto una domanda sorge spontanea: ma con l’aumento della mobilità dei pazienti che necessitano di trasporto con l’elisoccorso, il risparmio come avviene?.
L’impressione è che la riduzione della spesa sanitaria sia solo virtuale, mentre la speculazione politica e clientelare sia reale.
Ecco perché ogni cittadino, di qualsiasi colore politico, di fronte ad una proposta di chiusura del reparto di Terapia Intensiva di un Ospedale, ha il dovere civico di protestare.

Agrigento 16 Settembre 2008 Lillo Miccichè

AZIENDA OSPEDALIERA SAN GIOVANNI DI DIO

Comunicato del 16 settembre 2008





"La chiusura del reparto di Terapia Intensiva dell´ospedale San Giovanni di Dio di Agrigento è un fatto solamente temporaneo per lavori che si sono resi necessari indispensabili per le carenze strutturali che rendono i locali non perfettamente sicuri ed idonei, cosa questa ereditata da questa amministrazione ospedaliera".

Il general manager dell´Azienda ospedaliera Giancarlo Manenti risponde alle notizie imprecise e fuorvianti diffuse questa mattina dall´ex deputato regionale Calogero Miccichè in merito ad una paventata chiusura del reparto.

"Intervenire in questo modo su argomenti così delicati - dice Manenti - non può che creare allarmismi ingiustificati nell´utenza anche perché non rispondono assolutamente al vero. I lavori dureranno dalle otto alle 12 settimane e serviranno per mettere in sicurezza l´intero reparto, dai pavimenti agli infissi a tutto quello che servirà. I lavori erano già stati calendarizzati in passato e non si possono più rinviare".

In questo periodo la rianimazione sarà assicurata dal servizio del 118 che si occuperà dell´eventuale necessario trasferimento dei pazienti in altre strutture mentre i nostri anestesisti continueranno ad assicurare l´attività a pieno regime all´interno dell´ospedale.

"Ci auguriamo - conclude il direttore generale - che il buon senso prevalga sulla diffusione di notizie inesatte che creano solo allarme sociale nella cittadinanza".


Commento di elio di bella: Se i lavori erano stati calendarizzati e quindi previsti da qualche tempo, allora c'era tutto il tempo necessario per spostare il servizio di rianimazione in altri locali dell'ospedale. Voglio dire, insomma, che il servizio non chiude perchè improvvisamente il tetto sta crollando,ma per mettere in sicurezza un reparto che si sa da tempo che sarebbe stato chiuso per effetuarvi alcuni lavori. Sarebbe bastato organizzare le cose in modo da trovare all'interno del nosocomio altri locali dove per otto o dodici settimane allocare la rianimazione. Nessuno mi venga a dire che nell'immenso ospedale agrigentino mancano locali per effettuare questo momentaneo trasloco. Quello che manca è la capacità di organizzare i servizi pensando al bene della gente.

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