L'approvazione di alcuni debiti fuori bilancio, a seguito di sentenze dei tribunali favorevoli a proprietari che hanno subito l'esproprio dei terreni, ha acceso una nuova luce su un'altra falla dei nostri uffici comunali, che ci costa ogni anno centinaia e centinaia di migliaia di euro.
Ecco cosa accade.
In una precisa area è previsto un piano di fabbricazione. L'area però deve essere espropriata. Ebbene la cooperativa che ha ottenuto l'autorizzazione a costruire in quell'area non può procedere all'esproprio. Attraverso una convenzione tra il Comune e la cooperativa viene stabilito che sarà il Comune a farsi garante presso il proprietario dell'esproprio e quindi si fa garante anche del pagamento delle relative spese di risarcimento. In questa prima fase i costi per il procedimento di esproprio sono abbastanza contenuti. La cooperativa però dovrà risarcire successivamente il Comune, perchè ha affrontato i costi dell'esproprio necessario per l'assegnazione della superficie.in tal uccessivamente la cooperativa potrà chiedere la proprietà del terreno. Scatta però una situazione che è diventata comune negli anni in moltissimi casi. Il Comune non esegue nei tempi stabiliti dalla legge il procedimento dell'esproprio. Il prorpietario del terreno allora ne approfitta e cita il Comune in giudizio chiedendo che venga risarcito del terreno che gli è stato sottratto, senza che sia intanto stata definita in tempo utile la procedura prevista dalla legge. Nel mentre infatti su quel terreno, di fatto non ancora espropriato, la cooperativa ha già costruito l'edificio. Durante questo tempo, la cooperativa avrebbe dovuto chiedere ai soci di versare una quota per il pagamento del terreno per il quale il Comuen ha avviato il procedimento di espropriazione. La somma raccolta dovrà essere girata successivamente al Comune, che l'ha anticipata. Ma la cooperativa spesso non fa nulla di tutto ciò. Finita la causa col proprietario, intanto, il Comune viene condannato a pagare per il terreno espropriato una somma di gran lunga maggiore, rispetto a quella che avrebbe dovuto scucire, se avesse ultimato nei tempi stabiliti dalla legge la procedura di esproprio. Il proprietario cita in giudizio solo il Comune, perchè esso ha operato l'esproprio, anche se a beneficiarne è stata la cooperativa. Il Comune dovrebbe rivalersi sulla cooperativa per riavere indietro la somma pagata stabilita dal tribunale e pagata ai proprietario per il terreno su cui è stata costruito l'immobile con la procedura dell'edilizia convenzionata. Ma accade che o la cosa è andata così per le lunghe che ormai l'accordo è di fatto caduto in prescrizione o addirittura il Comune non ha neppure più le carte per ricostruire la vicenda. In altri casi il comune può decidere di rivalersi attraverso pignoramento. Ma il patrimonio depositato alla costituzione della cooperativa è così modesto che è inutile pignorarlo, nè è possibile pignorare l'immobile perchè tali costruzioni nate attraverso il sistema dell'edilizia convenzionata sono gia pignorate per 99 anni. Alla fine quindi il Comune paga tutto quello che il tribunale stabilisce e lo paga caro e amaro. Tutto questo accade sol perchè i funzionari, che avrebbero dovuto definire nei tempi stabiliti dalla legge il procedimento di espropriazione, hanno fatto passare questi termini. Ma con quali funzionari prendersela ? In tutti questi anni infatti all'ufficio espropri sono cambiati molti impiegatie e dirigenti. Ancora una volta siamo noi cittadini a pagare per gli errori dei funzionari.Analogo discorso accade anche quando ad esempio i proprietari citano in giudizio il Comune che ha espropriato un terreno per costruire una strada.
1 commento:
Egregio Di Bella, non sempre condividiamo le stesse opinioni, ma la ritengo comunque meritevole per il suo interessamento verso Agrigento. Ho voluto attribuirle il Premio "Weblog 2008", nella speranza che siti di libera informazione, possano continuare ad esistere e rimanere tali.
Cordiali saluti
Posta un commento