giovedì 20 marzo 2008
agrigento:chiesa: costo della vita: la curia potrebbe fare la sua parte
Quanto costa un matrimomio ? Ed un battesimo ? Ed una cresima ? e un funerale ?
Sappiamo tutti purtroppo che la richiesta di celebrazione di questi sacramenti comporta spese non indifferenti. La Chiesa, come tutti, ha costatato, anche in documenti ufficiali, che le famiglie fanno fatica a pagare le bollette e i mutui e a finire il mese, perchè il costo della vita cresce di giorno in giorno. Ma quando bisogna affrontare il costo del matrimonio di un figlio, di una prima comunione e persino di un funerale tra le spese previste vi sono anche quelle per il parroco, i catechisti, l'organista, il fioraio, il tipografo ecc.Anche la Chiesa tuona contro la casta e gli alti costi della politica. Ma ad Agrigento sindaco ed assessori hanno rinunciato ad una parte delle indennità. Perchè in questa fase di difficoltà economiche i parroci non dichiarano pubblicamente di rinunciare ad eventuali volontarie donazioni in occasione della celebrazione di sacramenti come un matrimonio o le prime comunioni? Oppure, perchè non dicono agli sposi, e ad esempio anche ai ragazzi della prima comunione, di portare per l'occasione un pensiero per i poveri, in modo che la celebrazione sia ancora di più una testimonianza cristiana? La caritas dice di essere senza alimenti da dare ai poveri. Dal prossimo mese di maggio in diocesi diverse centinaia di ragazzi faranno la loro prima comunione. In quell'occasione i parroci potrebbero suggerire alle famiglie di portare un chilo di pasta per una famiglia povera, piuttosto che mettere 50 euro in una busta per la parrocchia. Perchè anche i catechisti non dicono chiaramente alle famiglie che loro sono dei missionari e che non vogliono regali per l'attività di catechesi che hanno svolto in parrocchia ? perchè non si chiede per la parrocchia solo un contributo per le spese vive (luce, pulizie, eventuale sacrista) e niente di più ? Questo contributo potrebbe essere equamente diviso tra tutte le famiglie che hanno i figli che fanno la prima comunione. E i parroci potrebbero chiedere questo e nulla più. (Eventuali generose donazioni per la parrocchia e i suoi poveri si potrebbe suggerire di portarle in altri momenti. In modo che non vi sia confusione tra donazione volontaria e "tassa" per la cerimonia). Perchè non si riduce il contributo che bisogna versare alla curia insieme alla richiesta per la cresima ? Perchè non si impongono per i matrimoni addobbi floreali più semplici e meno costosi e quindi più consoni alla cerimonia sacramentale (perchè l'altare non è il palco di Sanremo da riempire con costosissimi addobbi floreali, credo che Gesù si accontenti di qualche fiore in meno e di qualche opera di bene in più ). Perchè non si sugeriscono alle famiglie abitini per la prima comunione meno costosi e magari uguali per tutti, in modo che almeno in questo giorno non ci sia la gara in chiesa a chi ha l'abito più costoso e sfavillante. Non si capisce poi pr esempio perchè un matrimonio nella chiesa di San Nicola debba costare molto di più che altrove ? Ci sono anche chiese di serie A e chiese di serie B? Il fatto di celebrare un sacramento a due passi dalla Valle dei Templi anzicchè in una chiesa di periferia significa scegliere tra due marche ? una più costosa e una meno ? Perchè una coppia agrigentina più povera non deve potersi permettere di celebrare le nozze a San Nicola come una coppia benestante ? Interrogativi che vorremmmo non farci.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento