lunedì 11 agosto 2008
agrigento: settembre, andiamo, è tempo di rimpasto
Dopo la brillante vittoria al ballottaggio, nel giugno dello scorso anno Marco Zambuto ringraziò gli elettori e la Madonna con una santa Messa al Villaggio Peruzzo. In prima fila c'erano anche l'ex vice ministro Capodicasa e i suoi amici del Pd, suo suocero La Russa, l'ex ministro democristiano D'onofrio, sindacalisti della Cgil, ed altri importanti esponenti locali del catto-comunismo nostrano, che avevano portato Zambuto alla vittoria. Almeno così credevamo. Perchè negli stessi giorni il candidato del Pda e del centro-destra, il Camilleri, lo sconfitto, rilasciava interviste al vetriolo in cui diceva e non diceva che i leader di Forza Italia e dell'Udc avevano fatto votare sotto banco il giovane avvocato. Ma allora molti non gli davano credito (oggi sarebbero molti meno).
Dunque, un anno fa, dicevamo, la messa di ringraziamento. Il prossimo settembre, o comunque in autunno, celebreremo invece il funerale della "città al di sopra dei partiti". Il movimento di Zambuto è già in agonia da tempo ma è soprattutto in quest'state che il fetore del cadavere appesta la vita politica locale. Dopo il suo viaggio romano, all'inizio dell'anno per consegnarsi nelle mani di Berlusconi, dopo il rimpasto della giunta, il giovane Marco adesso è ormai ostaggio della partitocrazia. I consiglieri comunali del Pdl, ben istruiti dai loro capi romani e palermitani, nell'ultimo consiglio comunale, dopo che il Sindaco ha letto la sua relazione annuale, si sono riuniti in una stanzetta e sono usciti solo dopo aver trovato l'accordo sul discorso da fare. Poichè Zambuto nella relazione non aveva fatto alcun cenno alla sua adesione politica al Pdl e non aveva parlato di rimpasto dopo l'estate, i capigruppo del centro-destra, compreso quello dell'Udc, gli hanno detto in politichese: O Marco, o ci metti in giunta a settembre qualcuno di noi e gli amici nostri, o ti mandiamo a casa. Zambuto li ha ascoltati in silenzio e non ha replicato. In una recente intervista ha detto che in questi giorni non si farà alcun rimpasto, ma non è escluso che fra un mese... Solo un mese fa, aveva invece negato qualunque genere di rimpasto della giunta. Dunque, Miccichè aveva ragione. Il buon Lillo l'aveva detto: "Vedrete, Lassie tornerà a casa". Zambuto ha seppellito ogni velleitaria speranza di creare ad Agrigento un nuovo laboratorio politico. Nella città del ministro della giustizia, dell'ex governatore della Sicilia, non c'è spazio per le novità. Come alla Provincia il presidente D'Orsi aspetta con pazienza che a Roma decidano la sua squadra di assessori e i presidenti e vice presidenti del consiglio comunale, così nel capoluogo Marco Zambuto a settembre riceverà la lista dei nuovi assessori graditi al centro-destra e si piegherà a quelle direttive. Dovrà fare così, se non vorrà un voto di sfiducia da parte della stragrande maggioranza del consiglio comunale. Nel nuovo banchetto, come è noto, vorrebbero sedere anche i consiglieri del Pd. Arnone stesso spinge in tal senso, nella speranza che si aprano anche per lui i varchi necessari per avere un qualche ruolo nella vita amministrativa. ha detto ad hamel che bisogna fa pesare il 20 pr cento dei consensi in città. Parla dei consensi dati a lui nelle ultime tornate elettorali, naturalmente. Dopo che il Pd gli ha chiuso tutte le porte, solo Marco può salvarlo dall'emarginazione politica in cui si trova. Come sono lontani i tempi dei manifesti col pupo ed il puparo. Il rimpasto quindi darà visibilità al Pdl e dovrebbe placare l'ira di Arnone. Ma io non credo però che Zambuto darà qualche poltrona al Pd. Anche se ad Agrigento pur di avere un posticino, tutto è possibile. Penso piuttosto che il Sindaco chiederà al Pdl di poter mantenere in giunta almeno l'assessore Iacono e Muglia (certamente ) e Cutaia (forse). Comunque sia, a settembre torneremo "ai bei giorni della partitocrazia". Ricordate quando Zambuto durante la campagna elettorale sbraitava contro quelli che tengono in pugno la città ? Bene, nella vita politica agrigentina, come direbbe la Bibbia, molti cani sono tornati al loro vomito. Espressione forte, prendetela metaforicamente. Anche perchè quel vomito dovremo come al solito ingoiarlo noi elettori. A settembre infatti, torneranno a versarci la solita pappa. Prima la cucinavano Mannino, Sinesio, Giglia, La Loggia, Di Leo, Bonfiglio, ecc. Oggi sono cambiati i cuochi, ma la logica è la stessa. Il destino di Agrigento, si decide altrove. E noi che pensavamo che Zambuto avesse affidato la città alla Madonna. Che cretini.
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1 commento:
Ben detto! Penso solo a quei poveri illusi che credevano davvero alle parole di Zambuto. In questa città (come al governo nazionale) non ci sono alternative. Ci meritiamo tutto questo!
Perchè, per es., non vanno a protestare durante le sedute del consiglio tutti quei cittadini che lamentano la scarsità d'acqua?
Dobbiamo farci sentire e far capire che siamo esigenti in quanto ad amministratori...
ma tanto poi andiamo a cercare tutti il nostro padrino politico o mafioso che sia.
Ciao e grazie delle notizie.
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