giovedì 7 agosto 2008

agrigento: non hanno gradito

Ho scritto per il giornale di sicilia un pezzo piuttosto ironico su una paradossale vicenda intorno a cui per una buona mezz'ora si è discusso in consiglio comunale. Ma i signori consiglieri che ho tirato in ballo non hanno gradito. Qualcuno ha mandato al giornale una burocratica smentita per prendere le distanze dal mio "resoconto mediatico". Ammetto che le espressioni che hanno usato i diretti interessati non sono proprio quelle che potete trovare nel resoconto stenografico. Ma l'articolo intendeva piuttosto ironizzare sulla vicenda che qui si racconta. Non intendeva essere un fedele resoconto stenografico. Certo Picarella non avrà detto al vigile: lei non sa chi sono io. Nè Arnone ha consolato Picarella. Calabrese non ha detto che i vigili devono scappellarsi. Ma comunque: Picarella ha detto che non ha gradito che il vigile proibisse anche a lui di passare in macchina per via Atenea e ha chiesto le dimissioni dell'assessore Iacono. Arnone non ha consolato Picarella, anzi ha preso le difese dei vigili e di Iacono, ma ha sottolineato che anche lui,come tutti, anche quando va in vespa, trovando il divieto in via Atenea, va per la via Empedocle e da li arriva in Municipio. Calabrese, poi, ha comunque detto che preferirebbe maggiore riguardo dagli impiegati e dai vigili, i quali una volta salutavano con rispetto i consiglieri comunali.
Intorno a tutto questo dibattito, ho scritto il pezzo ironico che leggete sotto. Una sorta di divertissement estivo. D'altra parte, come diceva il filosofo Pascal "l'unica cosa che ci consola dalle nostre miserie è il divertimento". Ed io considerando le miserie di questa città,in gran parte dovute anche agli amministratori che abbiamo, ho pensato per un attimo di distrarmi. Ma LORO non hanno gradito l'ironia. Peccato, hanno perso un'occasione per dimostrare di avere un pò di senso dello humor. Si sa, non sono inglesi. Ma alla fine non è neppure colpa loro. Abbiamo gli amministratori che ci meritiamo. E anche i giornalisti.

Ma in che città viviamo ? Pensate che i vigili urbani trattano i nostri consiglieri comunali come dei cittadini qualunque, costringendoli a rispettare il codice della strada o le ordinanze del Sindaco sulla circolazione. Una vera persecuzione. L’amara scoperta è stata fatta qualche pomeriggio fa dal consigliere comunale Carmelo Picarella. Stava entrando in via Atenea con la sua automobile, aveva visto il cartello di divieto al transito e aveva anche notato un tale in divisa con il fischetto. Picarella sa chi è lui: un signor consigliere comunale. Sfortunatamente pero il giovane e pure bravo vigile non conosceva cotanto personaggio pubblico. Così ha fischiato. Sì, ha osato fischiare e si è persino avvicinato alla macchina del Nostro per osservare che no, non poteva attraversare a quell’ora la via Atenea. Il nostro consigliere ha protestato: “ma lei no sa chi sono io ?”, avrà forse detto al povero servitore dello Stato. Insomma, Carmelo ha dovuto fare marcia indietro. Ma arrivato in consiglio comunale ha protestato. Perché è proprio una vergogna che anche ai consiglieri comunali sia vietato attraversare la via Atena, come a Fonziu Purtuso o che so io ad Alba Parietti (anche lei sì, costretta dai vigili a fare un altro giro per arrivare al teatro Pirandello, a quanto ci hanno detto). Così Picarella ha protestato in consiglio, chiedendo le dimissioni e il taglio della barba (perché la testa non poteva chiederla, nonostante sia consigliere comunale) dell’assessore alla polizia urbana Franco Iacono. “Non fare così Carmelo – lo ha consolato Peppe Arnone – Pensa, persino io non posso entrare con la mia Vespa in via Atenea”. Come anche lui? Il primo eletto del consiglio comunale, il più eletto in città alle provinciali ? E Maurizio Calabrese ricorda i bei tempi quando i vigili si toglievano il berretto, per salutare i consiglieri comunali. Che tempi !
Elio Di Bella

1 commento:

Anonimo ha detto...

Caro Elio, avevo letto il tuo pezzo per il GdS e mi aveva fatto sorridere come penso a tanti altri... Converrai, però, che l'ironia non è cosa per tutti. L'autoironia, poi, è una vera rarità, soprattutto tra le fila dei nostri amministratori. Non stupisce, quindi, che qualcuno (non ho ben compreso chi) non abbia gradito: non ha il "dono" dell'autoironia. Speriamo, per tutti noi, che abbia altri doni...
Avanti così. A presto,
Peppe R.