martedì 4 marzo 2008
agrigento: la mensa della solidarietà piange: se il comune pagasse, potrebbe sorridere
La mensa della solidarietà è in gravi difficoltà e anche l'ex assessore Roberta Tuttolomondo ha lanciato un appello per rifornire le suore di generi alimentari. Ma c'è qualcosa d'altro da fare: imporre al Comune di pagare tutti gli euro, fino all'ultimo centesimo a cui hanno diritto le suore che dal 2001 danno da mangiare agli immigrati protetti ed aiutati dal progetto Tarik,cioè quelli residenti ad Agrigento richiedenti rifugio e asilo politico. Secondo una convenzione firmata dal Comune e dall'associazione Acuarinto, questi immigrati (in media una ventina ogni anno dal 2001 ad oggi)dovrebero avere una mensa gestita dal Comune. Proprio così dice la convenzione. Ma il Comune non l'ha mai avuta la mensa. E così manda ogni giorno gli immigrati del progetto Tarik alla mensa di via Gioeni e quindi a sfamarli sono le suore. Nella convenzione del giugno del 2001 veniva quantificato il costo medio di ogni pasto, che allora ammontava a lire otto mila, pari a 4 euro e 13 centesimi. Calcolando che allo scorso 31 dicembre gli immigrati assistiti erano 25, i conti sono presto fatti: il Comune dovrebbe spendere 8,26 euro al giorno per sfamare ognuno dei 25 assistiti, pari a 206,50 euro al dì. Ogni sei mesi dunque il servizio costerebbe al Comune 37.170 euro, ogni anno 74340 euro. Di fatto poiché la mensa della solidarietà è aperta solo per il pranzo, allora per la cena è stato predisposto un servizio da parte dell’associazione Acuarinto, che in genere ogni settimana fornisce agli ospiti la spesa necessaria per il vitto settimanale, che viene recapitata a domicilio. Ma anche fornendo per un intero anno ai 25 extracomunitari il solo pranzo, la mensa della carità dovrebbe ricevere, per il servizio mensa prestato per conto del Comune, 37.170 euro. “Il Comune non ha mai sottoscritto con noi della mensa della solidarietà un preciso contratto per la fornitura di pasti ai nostri fratelli immigrati assistiti secondo il progetto Tarik – dice suor Stellina, responsabile della mensa – Ci è stato dato negli ultimi anni dal Comune un contributo annuo di 11 mila euro, ma per il servizio che complessivamente svolgiamo ogni giorno per tutti i nostri ospiti che sono un centinaio al giorno”.Il Comune dunque ha scaricato sulla mensa un proprio impegno, quello di garantire i pasti ai rifugiati politici e ai richiedenti il diritto di asilo. Cosa fa dei soldi che riceve dal ministero degli interni per questi immigrati?
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