Mons. Francesco Montenegro nuovo arcivescovo metropolita della nostra Diocesi.
'Vivo alla periferia di Messina - ha raccontato il presidente della Caritas Italiana, monsignor Francesco Montenegro - e per i ragazzi c'e' la scuola, la parrocchia o la strada e nient'altro'. Nella grande citta', 'non sempre a misura d'uomo - ha continuato - le periferie sono mantenute nella dipendenza, come bacino elettorale o come discarica dei problemi. Ma noi non rinunciamo a leggerle come luoghi possibili di relazioni, di contatti di progetti'.E’ cresciuto nella periferia di Messina il nuovo vescovo della nostra Diocesi monsignor Francesco Montenegro. La chiesa di cui parla è quella del Santissimo Salvatore, dove ha incontrato i guanelliani e ha sin da giovane ha deciso di abbracciare il sacerdozio. I poveri sono sempre stati al centro della sua vocazione: la chiesa, l'associazionismo e anche la politica ricomincino dai poveri', ha detto di recente. Di questo sono assolutamente certi i vescovi italiani che nel corso della cinquantunesima assemblea generale dell’episcopato italiano, che si è tenuta in Vaticano dal 19 al 23 maggio, il vescovo siciliano Francesco Montenegro, 57 anni, dal 2000 ausiliare di Messina, è stato nominato nuovo presidente della Commissione episcopale della Cei per il servizio della carità e della salute, e quindi anche capo della Caritas italiana. Montenegro è stato eletto al ballottaggio prendendo più voti del vescovo di Alessandria, Fernando Charrier, 72 anni. Ha fattoscalpore una sua dichiarazione sulla legge Bossi-Fini sull’immigrazione . Presentando i dati di un dossier, il presidente della Caritsa, mons. Francesco Montenegro, ha denunciato la "precarizzazione" della situazione degli immigrati creata dall’attuale legge Bossi-Fini e si è detto turbato nel leggere "i resoconti sui traffici di manodopera, sui rimpatri nei paesi convenzionati, sui soggiorni nei Centri di permanenza temporanea".«È una legge - ha spiegato - che si dovrebbe rivedere. Perchè credo che sia una legge che stia molto sulla difensiva, quando in effetti l’accoglienza, lo stare insieme dovrebbe diventare la chiave di lettura. Non bisogna non guardare più il problema solo come una emergenza. Perchè fino a quando parleremo di emergenza metteremo toppe, ma quando invece c’è un’accoglienza vera allora bisogna guardare nel futuro. Bisogna saper progettare».
"Non abbiamo mai creduto, e i numeri ci danno ragione sia in Italia che nell'Unione europea - ha sottolineato -, che la repressione da sola sia una soluzione; perciò continuiamo ad auspicare che le disposizioni di contenimento dei flussi non abbiano mai a ledere diritti personali".
Un invito a non cedere all'indifferenza e all'assuefazione davanti alla povertà è arrivato ance di recente dal presidente di "Caritas italiana", il vescovo Francesco Montenegro. «Lo sviluppo continua a far crescere la "forbice" tra ricchi e poveri - ha sottolineato Montenegro - . In queste condizioni aumenta il senso di paura e di precarietà, soprattutto fra i giovani. A livello europeo, l'Italia resta sotto la media e cresce comunque il clima di incertezza». E il problema resta «la maggiore concentrazione della povertà al Sud, dove risiedono più del 70 per cento delle famiglie povere, sebbene la classe politica sembri ormai aver rinunciato a confrontarsi e proporre un piano globale di lotta alla povertà e interventi efficaci per il Sud del Paese». Ma anche l'"eclissi" della giustizia è una fonte di violenza, nel quadro disegnato da Montenegro. «Cresce l'ostilità verso le situazioni di forte diversità (si pensi agli zingari, o agli ex-detenuti) vissute come minaccia all'ordine pubblico. D'altro canto, cresce anche la tendenza a comportamenti illegali, centrati sull'interesse personale, senza alcuna considerazione del bene comune - ha concluso il presidente di "Caritas italiana" - . La povertà cambia forme e localizzazione, assume nuovi volti, ma resta una sfida per la società civile e per la comunità ecclesiale».
In una recente intervista a radio vaticana ha detto:
Le nuove emergenze sono nuove, ma sono vecchie. Il problema della donna, ad esempio. Oggi le donne sono diventate povere: tante donne vengono abbandonate e si ritrovano con una famiglia, senza riuscire a trovare un lavoro. Oppure hanno un lavoro che non è pagato dignitosamente. Anche il problema dei giovani, che è un problema vecchio, ma è nuovo, perché diventa sempre più eclatante: le università che sfornano disoccupati, i ragazzi obbligati ad emigrare. E c'è sempre il problema degli anziani.
D. - Quali sono le aree geografiche dove si riscontrano più problemi?
R. - Il sud Italia si trova in una situazione molto più grave, per una mancanza di politica, di attenzione al territorio e alle persone. Ma credo che anche più a nord ci siano sacche di povertà - nell’Italia centrale, nelle isole - dove c’è una politica che forse ha dimenticato di diventare servizio. Quindi, diventa soltanto potere da gestire e questo crea difficoltà tra la gente.
Ha promosso il progetto di un Osservatorio Permanente sui Conflitti dimenticati promosso dalla Caritas Italiana e da Pax Christi che cerca anzitutto di offrire continuità e consolidamento all'impegno profuso dai due organismi promotori rispetto ai conflitti armati e alle loro tragiche conseguenze. Obiettivo del progetto è quello di rafforzare la linea di impegno verso una migliore informazione rivolta prevalentemente alle realtà impegnate nello sforzo missionario e pastorale e di svolgere un ruolo educativo nel porre le basi e le condizioni per una crescita della consapevolezza delle minacce alla pace e dei segnali di speranza che si accendono nelle situazioni di conflitto.
Questa la scheda pubblicata sull’osservatore romano quando è stato nominato vescovo ausiliario di ausiliare dell'Arcidiocesi di Messina - Lipari - Santa Lucia del Mela il 18 marzo 2000.
(Ha ricevuto l'ordinazione episcopale il 29 aprile 2000 dalle mani dell'Arcivescovo Giovanni Marra -coconsacranti l'arcivescovo Ignazio Cannavò e il vescovo Francesco Sgalambro)
Mons. Francesco Montenegro.
Mons. Montenegro è nato a Messina il 22 maggio 1946. Ha compiuto gli studi ginnasiali, liceali, e quelli filosofici e teologici nel Seminario Arcivescovile "S. Pio X" di Messina.Ordinato sacerdote l'8 agosto 1969 per l'Arcidiocesi di Messina, ha frequentato l'anno di Pastorale presso l'Ignatianum di Messina, dal 1969 al 1971 ha esercitato il ministero sacerdotale in una zona periferica della città, dal 1971 al 1988 è stato segretario particolare degli Arcivescovi, Mons. Francesco Fasola, e successivamente di Mons. Ignazio Cannavò.Parroco per un decennio (1988-1998) della popolosa Parrocchia di S. Clemente in Messina; per un quinquennio, dal 1988, Direttore della Caritas diocesana e Delegato Regionale della Caritas, e suo rappresentante alla Caritas nazionale. Ha pure ricoperto altri incarichi quali, Insegnante di Religione, Assistente diocesano del Centro Sportivo Italiano, Direttore diocesano dell'Apostolato della Preghiera, Mansionario del Capitolo dell'Archimandritato, Padre Spirituale del Seminario Minore. E' stato membro del Consiglio Presbiterale e Rettore della Chiesa-Santuario di S. Rita.Dal 1997 è Pro-Vicario Generale di Messina, dal 1998 è Prelato d'Onore di Sua Santità e Canonico del Capitolo Protometropolitano della Cattedrale di Messina.
2 commenti:
Hi, look here
Comunque, con tutti il rispetto dovuto, i TG e questo blog avrebbero potuto scegliere una foto migliore.
Sembra una di quelle foto che ci sono nei cimiteri .....
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